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J1CP "IL CAPITANO" MARIONETTA PICCOLA
“Io sono il Capitano della Valle Inferna soprannominato il Diabolico, principe dell’Ordine Equestre, Termigisto cioè grandissimo bravatore, feritore e uccisore dominatore dell’Universo, figlio del Terremoto e della Saetta, parente della Morte e amico strettissimo del gran Diavolo dell’Inferno”. Così si presentava sulla scena agli inizi del Seicento Francesco Andreini, uno dei più celebri capitani e comico della Compagnia dei Gelosi, nel suo “Le bravure del Capitan Spavento”. Rinoceronte, Rodomonte, Spezzaferro, Matamoros, Fracassa, Sangre y Fuego e Taille–Bras sono i nomi roboanti dei capitani più famosi nella folta schiera che ogni paese ha messo in campo. Il capitano è una maschera ricorrente che discende dal teatro latino di Plauto e da cui la Commedia dell’Arte non può prescindere: è fanfarone e buffo esaltatore di se stesso, uomo d’arme un po’ ridicolo, dalla divisa sgargiante che lo rende simile a un gallo da combattimento. Il personaggio rappresenta la rivalsa beffarda del popolo contro i militari stranieri che imperversavano nel nostro paese; è una caricatura dei condottieri che inseguivano gioie e tesori al seguito dell’uno e dell’altro conquistatore. Il pubblico rideva delle sconfitte del Capitano perché vedeva in lui irrisa l’autorità di cui spesso doveva subire l’arroganza. In amore il Capitano si picca di essere un grande rubacuori, ma è spesso vittima di raggiri da cui si difende sguainando la spada; divertenti sono gli scambi di battute con gli zani (i servi) in cui il Capitano elenca straordinarie imprese alle quali nessuno presta fede e suscitano solo grandi risate.
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